Maria celebrata come giglio
di Iacopo da Varazze († 1298)

Quibus causis Beata Virgo ut lilium celebretur (per quali ragioni si celebra Maria come giglio, sermone 79 di Iacopo da Varazze).

«Maria può essere chiamata giglio per molte ragioni.
La prima ragione è perché il giglio è candido fuori, è dorato dentro ed è profumato dentro e fuori. Così la Beata Vergine era candida esteriormente nella carne per la verginità. Cant(ico) 7. Lei è lo splendore della luce eterna e lo specchio senza macchia.
In secondo luogo interiormente nell’anima fu d’oro per la carità. Perché, dice Aristotele, l’oro non può mai essere distrutto, e così nemmeno la sua carità potrebbe mai estinguersi. Cant. 8. Da cui molti non potevano spegnere la carità.
In terzo luogo era fragrante dentro e fuori a causa dell’umiltà. Perché interiormente aveva umiltà nel cuore e esteriormente nella conversazione.
E questa umiltà fece tanto profumo a Dio, che lo attirò a sé. Cant. 1. Quando era un re nel suo recinto, ecc. Il nardo (lavanda) è una piccola erba e significa la sua umiltà.
Questi sono i tre fiori, la verginità, l’umiltà e la carità che principalmente circondavano la Beata Maria.
Della quale così dice (San) Bern(ardo) nel sermone de(lla) Nat(ività della Vergine Maria): a favore della moltitudine dei figli, Cristo, che ora pascola tra i gigli, fu di certo fatto pascolare copiosamente presso Maria.
I gigli non sono forse la bellezza della verginità, il segno dell’umiltà e il primato della carità?

La seconda ragione è che il giglio ha lo stelo diritto in alto, ma foglie pendenti in basso, perché la mente della Vergine, come lo stelo, fu sempre retta a Dio, rendendo grazie per i suoi benefici e in lui sempre esultando spiritualmente. Come il giglio, qualunque profumo e splendore abbia, è tutto proiettato alle cose più alte, così Maria rimandò a Dio tutto ciò che aveva di santità e di grazia.
Ma le foglie, cioè le sue parole umili, proferirono verso il basso. Onde disse: L’anima mia magnifica il Signore. Ecco lo stelo dritto, ma, ascolta, le foglie in basso. Ha guardato l’umiltà della sua serva.
Con questo significato si dice nell’ Esodo 25. Farai un candelabro duttile dall’oro purissimo, con lo stelo e le foglie che emanano da esso. Il candeliere di Dio è Maria, che fu duttile per l’obbedienza e di oro finissimo per la carità.
Il cui stelo fu la retta intenzione e i gigli furono le sue parole umili, che procedono tutte da essa. Al contrario, abbiamo lo stelo flesso verso il basso per l’intenzione “obliqua”, secondo Mt. 23. Fanno tutte le loro opere, affinché siano visti dagli uomini.
Abbiamo anche le foglie, cioè le parole, portate in alto dalla bestemmia, dalla maldicenza e dall’orgoglio. Salmo. Hanno parlato di iniquità nell’alto. Lo stesso. Posero in cielo la loro bocca, disprezzando gli uomini celesti e magnificando sé fino al cielo, ma la loro lingua transitò in terra, parlando di cose terrene e amandola.

La terza ragione è che un giglio intero odora e se è rotto puzza. Il corpo della Vergine dunque fu come il giglio intero, perché restò sempre integro e perciò sempre profumato. Fu immerso in un unguento profumato, che lo mantenne intatto e lo rese odorifero.
Questo unguento era composto da tre tipi di aromi, di cui Eccles. 24, cannella e balsamo aromatizzante.
Fu composto anche dal balsamo della divinità. Perché Dio profumò il suo grembo quando mise lì la sua divinità.
E fu composto dalla mirra della purezza. Anche la mirra preserva il corpo dalla corruzione e significa la castità, che salva il corpo dalla corruzione. Da queste tre specie aromatiche, cioè la cannella dell’umiltà, il balsamo della divinità e la mirra della castità, è composto l’unguento, con il quale fu unto il suo corpo, e perciò fu sempre fragrante e integro.
Di tali balsami dice Cant. 2. L’odore dei tuoi unguenti sopra tutti i profumi. E poiché, come si è detto, il giglio intero odora e se è rotto puzza, il suo corpo verginale odorò sempre, perché fu sempre integro. Ma i nostri corpi, quando sono corrotti, puzzano. Isaia. Si alzerà il fetore dei loro cadaveri. Gioele I. Il bestiame imputridisce nel suo sterco.

La quarta ragione è che il giglio origina dalle spine e dimora tra le spine, e tuttavia per questo non perde il suo odore, né il suo candore; anzi quanto più è punto dalle spine, tanto più si sente il profumo.
Così la Beata Maria nacque dalle spine, cioè dagli spinosi ebrei, e da essi fu punta con una spina di dolore. Lc. 2. Una spada trafiggerà la tua anima, e tuttavia sempre conservò il candore della sua innocenza e il profumo della sua fama; quanto più le avversità la punsero, tanto più spirò un profumo maggiore. Cant. 2. Come il giglio tra le spine, così l’amore mio tra le figlie, quando i gigli sono posti con i gigli danno un profumo maggiore.
Ma quando sono con le spine, mantengono comunque il loro odore, e quando le spine sono poste con le spine, si danno punture reciproche.
Quando i buoni sono insieme ai buoni, allora i gigli sono con i gigli, e emanano tanti profumi quante sono le virtù. Matt. 18. Dove due o tre sono riuniti insieme nel mio nome, ecc. Perché Cristo è il giglio. Cant. 2. Oh io sono il fiore del campo e il giglio delle valli. I santi sono il giardino di Dio, nel quale crescono i fiori delle virtù. Cant. 2. Il mio amato è sceso nel suo giardino a pascolare nei giardini e a raccogliere gigli.
Quando i servi di Dio sono radunati insieme, allora i gigli stanno con i gigli, e quel Cristo, che è l’amante dei gigli, è in mezzo a loro e raccoglie i gigli della virtù.
Ma quando i buoni stanno con i malvagi, sono gigli con le spine, e allora i buoni devono conservare il profumo della loro innocenza e il profumo della loro reputazione. Tale era quel giglio con le spine. Con quelli che odiavano la pace. ero pacifico.
Quando i malvagi sono con i malvagi, e i superbi con i superbi, allora ci sono spine con spine, e si pungono a vicenda. Proverbio 13. Tra i superbi ci sono sempre conflitti.

La quinta ragione è che il giglio ha sei foglie e sei angoli nella radice secondo il numero delle foglie. Le sei foglie sono le sei frasi che dice la Beata Vergine. Infatti leggiamo che ella parlò sei volte, due volte con l’angelo, cioè quando disse: Sia fatto in questo modo, e Ecco la serva del Signore. Una volta con Elisabetta, quando la salutò e benedisse Dio.
Due volte con suo figlio quando disse: Figlio, perché ci hai fatto questo? E quando disse: Non hanno vino. Una volta con i ministri delle nozze, quando disse: Qualunque cosa vi dica, fatelo.
Queste sei foglie, o parole, procedevano dalla radice della carità, perché tutte le parole erano caritatevoli, cioè piene di carità.
E sebbene una sia la radice di carità, essa ha sei modi d’amore, come la radice di un giglio, sebbene sia una, ha sei angoli.
Il primo fu il modo in cui ella amò Dio con riverenza sopra ogni cosa. Il secondo fu il modo in cui amò la propria anima, custodendola in tutta santità. Il terzo fu il modo in cui amò il suo corpo, custodendolo nella divinità. Il quarto fu il modo in cui amò i suoi familiari e i parenti istruendoli nei costumi. Il quinto fu il modo in cui amò gli amici in Dio. Il sesto fu il modo in nel quale amò i suoi nemici per amore di Dio.

La sesta ragione è che i talami e i cenacoli dei re sono adornati di gigli affinché possano riposare e mangiare più piacevolmente.
E poiché il grembo della Vergine fu il talamo e il cenacolo di Cristo, perciò tutto fu ornato di gigli e circondato, secondo il Cant. 7. Il tuo ventre è come un mucchio di grano, circondato dai gigli.
Fu tutta circondata da gigli: dal giglio superiore di eminente carità; dal giglio inferiore di profonda umiltà; dentro dal giglio della purezza interiore; fuori dal giglio della verginità; a destra dal giglio della temperanza nella prosperità e a sinistra dal giglio della pazienza nelle avversità. Di fronte dal giglio della provvidenza nelle cose future; di retro dal giglio della giustizia nelle cose trascorse, perché ha sempre ringraziato Dio per le sue benedizioni passate.
E questo il debito della giustizia pretendeva. E poiché era circondata e trincerata da gigli, perciò la Chiesa ne canta. E così i giorni di primavera la circondavano di fiori di rosa. Tra questi gigli si è compiaciuto l’amato, cioè Cristo. Can. 2. Il mio amato a me, ed io a colui che pascola tra i gigli.
Infatti pascolava nel giglio superiore, perché si compiaceva della sua carità; nel giglio inferiore, perché si rallegrava della sua umiltà; nel giglio interiore, perché era felice della sua purezza; nel giglio esteriore, perché era felice della sua verginità; nel giglio a destra, perché si rallegrava della sua temperanza; nel giglio a sinistra, perché era felice della sua pazienza; nel giglio davanti, perché si compiaceva della sua prudenza; nel giglio posteriore, perché si rallegrava della sua giustizia.
E poiché era tutto fiorito, così tutte le cose che offriamo attraverso di Lei sono gradite a Dio. Bern. Sermone della Natività. Qualunque cosa tu prepari da offrire a Dio, consegnala nelle mani gratissime di Maria. Certamente sono così candide che quell’amante dei gigli non troverà scuse; troverò tra i gigli ciò che è passato tra le mani di Maria.

La settima ragione è che il giglio ha molteplici virtù. Perché calma il gonfiore, purifica le viscere e cura il morso del serpente.
Allo stesso modo la Vergine Maria guarisce il gonfiore della superbia con l’esempio della sua umiltà, purifica la corruzione della lussuria con l’esempio della sua verginità, cura il morso del serpente della cupidigia con l’esempio della sua povertà. Avaro è il morso, o cibo del serpente, perché l’avaro amando la terra accumula, e la terra è cibo del serpente, secondo Gen. 3. Mangerai terra tutti i giorni della tua vita. Perciò l’uomo avido è dato in cibo al serpente infernale».

Tradotto da Paola Ircani Menichini,30 aprile 2022. Tutti i diritti riservati.



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